Frasario

Due lingue = due centri della parola

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Due lingue = due centri della parola

Quando impariamo un’altra lingua, per il nostro cervello qualcosa cambia. Ad ogni lingua corrisponde una memoria diversa. Le lingue che impariamo non vengono memorizzate nello stesso serbatoio di conoscenze. Le lingue che apprendiamo da adulti vengono memorizzate altrove. Il cervello procede all’elaborazione delle nuove informazioni in un’altra area e i nuovi dati non vengono depositati insieme a quelli della lingua madre. Secondo alcuni studi, i bilingui utilizzerebbero soltanto un’area del proprio cervello. I neuroscienziati hanno condotto degli studi su soggetti in grado di parlare due lingue fluentemente. Una parte di essi era cresciuta bilingue, l’altra aveva acquisito la seconda lingua nel corso della vita. In questo esperimento, gli studiosi hanno misurato le attività dell’area cerebrale, concentrandosi sulle aree del cervello in cui, durante il test, si registrava una certa attività. In tal modo, hanno constatato che, chi impara una seconda lingua “più tardi”, avrebbe anche un secondo centro della parola. Da tempo i ricercatori avevano elaborato questa ipotesi. Secondo lo studio in questione, le persone affette da lesioni nell’area cerebrale, avrebbero alcuni disturbi e problemi linguistici. Questi soggetti non riuscirebbero ad articolare bene le parole ovvero a comprenderle. I soggetti bilingui affetti da tali problemi mostrerebbero talvolta disturbi diversi. I problemi linguistici non riguarderebbero necessariamente entrambe le lingue. Se è solo un emisfero a riportare dei problemi, l’altro potrebbe funzionare regolarmente. Pertanto, i soggetti interessati potrebbero essere in grado di parlare o imparare una lingua meglio e più velocemente dell’altra. Anche questo dato conferma che le due lingue non vengono memorizzate nella stessa area cerebrale. Il loro apprendimento è avvenuto in due momenti differenti e questo produce non uno, ma due centri della parola. Come la mente possa gestire la produzione di più lingue non è ancora noto. Comunque, le recenti scoperte potrebbero introdurre nuove strategie di apprendimento.